LA PSICANALISI SECONDO
SCIACCHITANO

"TU PUOI SAPERE, SE NON
TI DIFENDI"

creata il 15 luglio 2013

 

 

NON DIFENDIAMO LA PSICANALISI!

Vale il seguente sillogismo modale:

Maggiore: Le dottrine e le fedi vanno difese dagli attacchi degli eretici e degli infedeli.

Minore: La psicanalisi non è né una dottrina né una fede, ma una pratica scientifica.

Ergo, la psicanalisi può non essere difesa, se viene praticata scientificamente.

Su quel “può” fa leva la politica liberale della psicanalisi, che per esistere non si appoggia a lobby di vario genere: associazioni professionali, scuole di formazione e altro. La politica liberale della psicanalisi lascia che la psicanalisi si difenda da sé nel libero confronto delle diverse versioni psicanalitiche, alias nel libero mercato delle psicanalisi.

In regime liberale si affermerà quella forma di psicanalisi scientificamente più convincente, cioè quella che avrà superato tutte le prove di falsificazione che un collettivo di pensiero scientifico impone alle proprie produzioni.

Non imponendo un codice di diritto uguale per tutte le forme di psicanalisi, la politica liberale toglie ai PM l’occasione di mettere il naso negli affari della psicanalisi, magari equiparata a pratica medica di psicoterapia. Non difendendo la psicanalisi in linea di principio come dottrina (terapeutica), la politica liberale difende di fatto la psicanalisi dalle intrusioni dello Stato.

Tuttavia, la politica liberale della psicanalisi ha un costo in termini di identità. Chiede a chi la pratica di correre il rischio di perdere qualcosa della propria specificità: nel caso freudiana, junghiana, kleiniana, lacaniana, ecc. Personalmente sarei ben felice di perdere qualcuno dei miei tic mentali, dei miei freudismi e dei miei lacanismi (non escludo i miei sciacchitanismi), se posso rinforzare la posizione culturale e politica della mia psicanalisi.

Ricordando quel che scriveva Freud a Groddeck il 21 dicembre 1924: “È difficile praticare la psicoanalisi da isolati; si tratta di un’attività squisitamente collettiva”, rimando alla mia

Proposta metaanalitica.

Di seguito, per ampliare il discorso, propongo alla lettura il recente intervento dello psicanalista junghiano Paulo Barone su “Alias” del 14 luglio 2013, che in modo non polemico segnala l’inadeguatezza concettuale del “nobile ed elevato” progetto “in difesa della psicanalisi”, proposto dall’inedito cartello Freud-Jung-Lacan, di fronte a quella che nel suo “I misteri dell’anima: una storia sociale e culturale della psicoanalisi” (trad. A. Bottini, Feltrinelli, Milano 2006) Ely Zaretski ha segnalato come l’attuale impasse della cultura psicanalitica: la compressione e l’immiserimento tra due “M”, una maiuscola e una minuscola, la massificazione e la marginalizzazione. Di mio ci aggiungo un punto di domanda.

In difesa della psicanalisi?

Sì, perché un dubbio resta; certi paladini difendono la psicanalisi o gli interessi della loro lobby?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAPERE IN ESSERE

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